Il sistema operativo russo in aiuto alla cinese
Huawei
Guerra hi-tech. «Aurora» potrebbe essere una scelta per il colosso
di Pechino dopo l’attacco Usa
PUBBLICATO11.6.2019, 23:59
Le
voci di un matrimonio tra Huawei e Rostelecom, telco statale russa, circolavano
da giorni ma da ieri si sono fatte più insistenti. Per il portale russo The
Bell, specializzato in hi-ech, la Huawei potrebbe adottare il sistema operativo
russo Aurora già in commercio in versione per pc.
La
versione attuale è basata su Ubuntu, anche se le versioni più recenti saranno
basate sulle release di Debian Linux, ed è stato considerato fino ad oggi da
alcuni esperti, un sistema molto instabile. Il ministro per lo sviluppo e le
comunicazioni digitali russo Konstantin Noskov e il vice direttore esecutivo di
Huawei Guo Ping ne avrebbero discusso in una villa fuori Pietroburgo qualche
giorno fa durante il Forum economico. Il via libera alla trattativa sarebbe venuto
dopo l’incontro tra Putin e Xi Jinping. I rumors sulla possibile partnership
russo-cinese sono stati confermati dalla agenzia russa ufficiale Tass. La «gola
profonda» interrogata da Tass avrebbe confermato non solo la trattativa in
corso ma anche l’interesse dei cinesi «non solo per il sistema operativo Aurora
ma anche per i social network, i motori di ricerca e gli antivirus russi».
Per
i social la Cina potrebbe essere interessata non tanto a Vkontakte la punta di
diamante che continua a rifiutarsi di condividere le informazioni di terze
parti con il governo ma con il più malleabile Odnokassniki, meno popolare ma
disponibile ad operazioni di controllo e censura sugli utenti. Secondo
Vedomosti per gli antivirus la Cina guarderebbe con interesse al gruppo
Kaspersky, il cui fondatore fu a suo tempo collaboratore del Kgb e da sempre
ben visto al Cremlino.
Huawei
si sta muovendo per cercare una soluzione alla minaccia di Google di non
fornire più assistenza e aggiornamenti sui suoi nuovi smartphone. A tal fine
l’azienda cinese sta lavorando da tempo al rilascio di un sistema operativo
tutto suo per l’autunno prossimo. Tuttavia la joint-venture russo cinese
avrebbe un significato politico di vasta portata nella partita
antiprotezionista che Xi e Putin intendono giocare e va ben oltre, i pur
importanti aspetti tecnici.
Putin
nel suo discorso di venerdì a San Pietroburgo aveva spezzato più di una lancia
a favore di Huawei, rompendo un silenzio sulla vicenda che durava dall’inizio
della controversia tra l’azienda cinese e il governo americano.
Puntando
l’indice contro la Casa bianca, il capo del Cremlino aveva sentenziato che «in
quella che è stata da molti definita la prima guerra tecnologica dell’era
digitale si sta cercando di spingere fuori, senza tante cerimonie, qualcuno dal
mercato globale».
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